Durante il periodo della grande guerra molte ville, dimore storiche, furono importanti centri militari. La loro posizione, spesso in collina, e il limite di accesso rendevano queste ville molto sicure. Da qui i comandanti potevano coordinare e pianificare le azioni belliche di difesa ed attacco nei confronti degli austriaci.
Villa Godi Malinverni 1917-1918
Anche Villa Godi Malinverni ha avuto in quel periodo storico un ruolo importante, come quartier generale dell’esercito inglese. La sua posizione consentiva un controllo della valle dell’Astico che arriva fino ad Arsiero, la sua posizione facilitava la protezione e limitava le vie di accesso. Il comando Inglese poteva così coordinare i 36.000 uomini schierati al fronte, a supporto dell’esercito italiano dopo il disastro di Caporetto del 1917.
In Villa Godi Malinverni ha soggiornato per quasi un anno anche il Principe di Galles, futuro Re Edward VIII, interessato a conoscere le realtà militari del fronte italiano; il futuro Re d’Inghilterra arriva a Lugo di Vicenza nel marzo 1918.
Edward VIII- Il futuro Re in Villa Godi Malinverni, a Lugo di Vicenza
Edward VIII, investito del titolo di Principe di Galles nel 1911, primo nella linea di successione alla corona britannica. Nel 1918 raggiunge Villa Godi Malinverni, non ancora innamorato della futura sposa Wallis Simpson, si interessa alle ragazze del posto mentre scriveva appassionate lettere d’amore a Mrs Freda Dudley Ward (come riportato nel libro scritto da Vallman e Brazzale).
Da questa Villa sulle colline ai piedi della montagna di Asiago, Il Principe di Gallese, si alzava di mattina presto, visitava le postazioni militari e si recava all’aeroporto di Villeverla per sorvolare i territori in presidio.
Il suo soggiorno durato diversi mesi in Villa Godi Malinverni viene ricordato oggi grazia ad una targa realizzata in occasione della visita del Re Giorgio V e della Regina Mary , a Villa Godi Malinverni ed ai cimiteri di guerra inglesi presso Asiago e Granezza.
Cenni storici
La Grande Guerra
Il 28 giugno del 1914 il principe ereditario Francesco Ferdinando fu ucciso a Sarajevo. L'omicidio ebbe subito dei risvolti politici inaspettati, e in breve le cose precipitarono. Il dispiacere dell'Imperatore Francesco Giuseppe si trasformò in un semplice espediente per permettere all'Austria di coronare il grande sogno di estendere il suo Impero nei Balcani.
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Il 3 agosto 1914 il governo Salandra dichiara la propria neutralità.
Coinvolgimento dell’Italia
La Grande Guerra vede l’Italia coinvolta, dopo il patto firmato in segreto a Londra nell’Aprile del 1915 con i rappresentanti di Gran Bretagna, Francia e Russia. L’Italia nel mese successivo si prepara ed entra in Guerra al fianco dell’Intesa. La vittoria avrebbe portato all’Italia il controllo di Trentino, Alto Adige da un lato e di Trieste, Gorizia e parte dell’Istria e della Dalmazia sull’altro confine orientale.
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Il 23 maggio 2015 il governo Salandra fissa l’inizio delle ostilità.
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il Duca D’Avarna, ambasciatore d’Italia a Vienna, presentava al Ministro degli Esteri austroungarico la seguente dichiarazione di Guerra: “ …. Il Governo del Re, fermamente deciso di assicurare con tutti i mezzi a sua disposizione la difesa dei diritti e degli interessi italiani, non trascurerà il suo dovere di prendere contro qualunque minaccia presente e futura quelle misure che vengano imposte dagli avvenimenti per realizzare le aspirazioni nazionali. S.M. il Re dichiara che l’Italia si considera in istato di Guerra con l’Austria-Ungheria da domani. ...”
STRAFEXPEDITION – spedizione punitiva del 1916
dal 15 maggio al 27 luglio - la più Grande offensiva contro l’Italia
Il fronte viene preso d’assalto il 15 maggio 1916 . Il comandante Conrad, alla guida dell’esercito austriaco, inizia ad avanzare conquistando Arsiero, Asiago e puntando verso Schio e Bassano del Grappa. Solo un rapido rinforzo al fronte ha consentito di evitare la conquista della pianura. Il 16 giugno l’esercito riparte al contrattacco e già il 24 luglio 1916 l’esercito italiano riconquista parte del territorio perduto. Entrambi gli schieramenti subirono ingenti perdite: 83.000 Austriaci verso 147.000 Italiani.
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