Villa
Godi Malinverni appartiene al ricco
patrimonio artistico costituito dalle Ville
Venete.
Andrea Palladio costruì questa villa veneta nel 1542; Gianbattista
Zelotti, Battista del Moro e Gualtiero Padovano
ornarono Villa Godi di affreschi.
Dopo averla acquistata in stato di degrado nel
1962, il Prof. Remo Malinverni dedicò gli ultimi anni della sua vita
per riportarla all'antico splendore. Assieme alle altre ville palladiane del Veneto, è inserita dal 1996 nell'elenco dei Patrimoni dell'Umanità dell'UNESCO.
La villa è aperta al pubblico per visite individuali, di gruppo e per le scuole. E' sede di congressi, eventi culturali e mondani; nella barchessa della villa è allestito il Ristorante Torchio Antico. |
Nel 1954 Lucchino Visconti scelse Villa Godi Malinverni per il film "Senso", immortalando nella pellicola la "vita di villa". Guarda l'estratto Video |
Villa Godi Malinverni - Villa veneta del Palladio a Lugo di Vicenza
La facciata anteriore della villa palladiana
è volta a ponente. Una gradinata immette
nell'atrio affrescato, che dà su due
piccole terrazze.
E' possibile osservare la vigorosa struttura
dei pilastri che dividono sostenendo i tre fornici
dove sopra a quello centrale vi è lo stemma
dei Godi rappresentato da un leone rampante.
A sinistra della Villa un piccolo portico sormontato
da un secondo piano. L'ala destra ospita la
Foresteria e la Sala Congressi.
La pianta della Villa è
estremamente semplice: una loggia e la sala
centrale dividono gli spazi del piano nobile
in due parti perfettamente simmetriche con quattro
stanze ad ogni lato.
La decorazione pittorica di Villa Godi Malinverni
precede i cicli di affreschi di molte ville
del cinquecento veneto; a realizzarli furono tre artisti:
Gualtiero Padovano, Gianbattista Zelotti, Battista
del Moro. Le sale affrescate,
tutte aperte al pubblico, sono nove, oltre alla
loggia di ingresso affrescata dal Padovano. |
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Il Parco della Villa Palladiana
Il parco della villa veneta Godi Malinverni,
con le sue piante secolari ed i suoi 1300
metri di viali, risale al secolo scorso e
fu sistemato nel 1852 per opera del Conte
Andrea Piovene su disegno dell'architetto
Antonio Caregaro Negrin. E' di tipo romantico e comprende una notevole
varietà di piante ad alto fusto. Al
centro vi è un laghetto coi cigni. Nella zona
più folta un angolo è dedicato alle persone
care vissute nella villa; i loro nomi sono incisi su piccole stele a cilindro
o a piramide con didascalie di Fogazzaro e
di Zanella.
Nel retro della Villa ci sono i giardinetti all'italiana,
con vasche e fontane, una cinquantina di statue del Marinali e dell'Albanese, e colonnine. Tali giardinetti
risalgono al secolo XVII ed all'inizio del
700. Altri piccoli giardini si trovano nel
retro della villa palladiana, all'uscita dalla
cucina del 500 ed all'ingresso del Museo dei
Fossili, come pure davanti alla foresteria. |
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