La villa dispone di uno straordinario parco storico di enormi dimensioni, che si estende per circa 7 ettari nella parte retrostante la villa, in dialogo con i giardini posteriori.
Il parco, con le sue piante secolari ed i suoi 2600 metri di viali, fu progettato nel 1852; quello che attraversiamo e ammiriamo oggi è soltanto lâultima versione di uno spazio naturale che nei secoli ha mutato aspetto e funzione. In origine, infatti, era il brolo della Villa; nell'Ottocento, a sostituzione del brolo fu realizzato il parco. A disegnarlo probabilmente fu lâarchitetto e ardente patriota Antonio Caregaro Negrin su commissione del conte Andrea Piovene, lo stesso proprietario a cui si deve la creazione del Museo dei fossili.
Negli ultimi anni il parco romantico è diventato meta e cornice di numerosi eventi culturali: vi si organizzano passeggiate e visite guidate, oltre che attività per le scuole e celebrazioni di cerimonie pubbliche o private.
Il parco oggi è unâoasi di pace immersa del verde delle colline pedemontane, ideale per un pomeriggio di tranquillità; il parco abbraccia unâarea molto vasta in cui svettano numerose piante secolari.
Ci sono anche lunghi viali ombreggiati, un tempo percorsi dalle carrozze degli ospiti, ideali per piacevoli passeggiate nella bella stagione. All'interno sono contenuti circa 1.400 alberi tra cui pini larici, tassi, cedri, magnolie, ginkgo biloba e tassodi.
Il parco è costellato da angoli fioriti per un totale di 80.000 fiori piantati tra collezioni di rose, peonie, iris, tulipani, narcisi, giacinti, anemoni, crochi, di cui è possibile godere delle fioriture stagionali nei vari periodi dellâanno.
Il parco, come da tradizione romantica, è costellato da angoli volti a stupire e sorprendere il visitatore alternando elementi naturali mozzafiato ad elementi artificiali sorprendenti.
Nel parco la disposizione delle piante è studiata nei minimi dettagli per ottenere questi effetti; le piante sono infatti collocate secondo un preciso disegno perché risaltino come macchie di colore sul paesaggio.
Il parco di Villa Godi Malinverni ci richiama ad una natura lussureggiante che ci invita alla pace e alla riflessione assieme a spazi artificiali appositamente costruiti per stupirci. All'interno del parco è possibile visitare l'"Angolo del silenzio", con il suo laghetto romantico, l'"Angolo delle memorie" con gli epitaffi ottocenteschi della famiglia Piovene e la tomba di Remo Malinverni. l'"Angolo delle magnolie" e il viale di cedri del portale dâingresso palladiano (Porta Rustica).
Era pratica diffusa che nei parchi delle ville unâarea della riserva naturale fosse dedicata al ricordo di chi aveva vissuto nella proprietà. I personaggi più importanti e significativi venivano ricordati con statue e stele di pietra sulle quali erano riportati versi poetici, testi o dediche. Non fa eccezione Villa Godi Malinverni. Anche qui, infatti, il parco presenta un angolo dedicato alle memorie: in questa area del parco sono collocati tombe ed epitaffi che intendono ricordare alcuni personaggi che hanno trascorso parte della loro vita nella Villa.
Il piccolo angolo delle memorie ha al suo centro, in posizione di rilievo, la tomba in pietra di Remo Malinverni, su cui riposa la statua bronzea del professore milanese, opera dello scultore Silverio Montaguti. Gli altri epitaffi sono dedicati ai cari della famiglia Piovene (proprietaria della villa per gran parte del XIX secolo), tra i quali lo stesso Andrea Piovene, committente del parco.
Requisito fondamentale per la contemplazione è il silenzio. "Angolo del silenzio" è infatti il nome che viene dato al cuore del parco, il luogo riservato e tranquillo per eccellenza, dove si può sognare sul passato e concedersi un momento di riposo. Questo angolo è accompagnato da un piccolo specchio dâacqua immerso nel verde, circondato da tassodi e da un Ginkgo Biloba secolare. Una siepe circonda e in parte nasconde un piccolo laghetto romantico. Questo luogo appartato è stato fonte dâispirazione per le anime più sensibili che hanno frequentato la Villa: tra di loro vanno menzionati almeno Antonio Fogazzaro e lâabate Giacomo Zanella, autore della celebre poesia âSopra una conchiglia fossileâ:
âSul chiuso quaderno di vati famosi, dal musco materno lontana riposi, riposi marmorea dellâonde già figlia, ritorta conchiglia. Occulta nel fondo d'un antro marino, del giovane mondo vedesti il mattino; vagavi coâ nautili, coâ murici a schiera, e lâuomo non era. Per quanta vicenda di lente stagioni, arcana leggenda dâimmani tenzoni impresse volubile sul niveo tuo dorso deâ secoli il corso!â
Nel laghetto romantico è oggi possibile rivedere alcune specie di tartarughe acquatiche, che arricchiscono ancora di più questo luogo magico, rendendolo perfetto per una visita in famiglia.
Il portale in bugnato che dà accesso al parco si affaccia sull'attuale strada principale proveniente dal paese di Fara Vicentino. Conosciuto dai locali come âPorta Rusticaâ, questo portale è originario del Palladio. Nel Cinquecento, dava accesso principalmente al brolo, un'ampia area dedicata al frutteto e alla produzione agricola. Una strada laterale interna, a ridosso delle mura, conduceva invece alla rimessa delle carrozze.
Il portale porta inciso sull'architrave l'invito in latino "Ingredere et laetaberis", ovvero "entra e rallegrati", che da tempi palladiani anticipa le meraviglie del luogo. Dall'Ottocento, con la trasformazione del brolo in parco romantico, il portale è diventato l'accesso principale al parco e alla villa stessa.
Il magnifico viale di cedri rievoca il percorso delle carrozze. Accanto al viale si estende un ampio laghetto, originalmente usato come peschiera, oggi rivalorizzato. Al suo interno sono state reintrodotte le carpe, riportando il luogo alla sua antica atmosfera.
Di fronte ai Musei è oggi possibile passeggiare nel frutteto didattico, uno spazio recuperato grazie agli ultimi lavori di restauro che vi farà immergere nella ricostruzione di un vero e proprio brolo cinquecentesco!
Allâinterno del frutteto è possibile passeggiare attraverso piante tipiche del nostro territorio, di varietà antiche le stesse dei tempi del Palladio. Eâ possibile infatti ammirare meli, peri e ciliegi di cultivar locali e piante adatte allâuccellagione come cornioli, biancospini e carpini. Nel frutteto sono anche visitabili alcuni vitigni sia nella loro forma classica che nella forma âvite maritataâ, tipica dei territori veneti durante il rinascimento, oltre che lâimpronta del tipico âroccoloâ.
Allâinterno del frutteto è presente anche un apiario formato da 12 arnie contenenti ben 900.000 api in collaborazione con Apicoltura Valdastico di Lugo di Vicenza. Le api aumentano la resilienza del parco stesso, garantendo lâimpollinazione dei fiori presenti e contribuendo al rafforzamento della biodiversità.
Il frutteto è lo spazio ideale per accogliere gruppi specializzati e scolaresche per immergersi in unâatmosfera agreste e antica, parlando anche di agricoltura sostenibile. Infatti, le specie inserite sono tipiche dellâecosistema della zona, evolutesi naturalmente ai fattori climatici locali resistenti alle fitopatie e quindi soggette a trattamenti fitosanitari minimi, essendo spiccata la loro resilienza.