Villa Godi Malinverni fu la prima villa progettata da Palladio, realizzata tra gli anni 1540 e 1542. Di qualche anno antecedente fu l'inizio del progetto, datato da molti studiosi al 1537, con il passaggio del ruolo di capofamiglia a Gerolamo Godi, alla morte del padre Enrico Antonio, su quello che tra la fine del Quattrocento e l'inizio del Cinquecento era già un primo nucleo abitativo della famiglia.
Sobrietà e rigore segnano il complesso di Villa Godi Malinverni in cui alcuni elementi rimandano all'architettura veneta quattrocentesca dai quali Palladio prenderà progressivamente le distanze. Ridotto al minimo è l'impiego di ornamenti architettonici, soluzione che rende ancora più appariscente l'apparato decorativo degli interni, la cui disposizione delle stanze è frutto di un disegno armonioso.
La parte anteriore della villa si presenta arretrata e affiancata da due corpi sporgenti ad angolo con una scalinata centrale, principale accesso alle sale nobili, ristretta al solo arco centrale della loggia, che richiama il concetto del ponte levatoio medioevale e quindi alla necessità di controllare gli ingressi agli spazi privati della famiglia Godi.
Nella pianta del corpo centrale si ripropone il concetto di simmetria, con la realizzazione di una loggia e salone centrale, come cuore della villa, e due ambienti laterali composti ciascuno di 4 sale. Delle due ali laterali, solo quella a sinistra, a tre arcate, fa parte del progetto originario; quella a destra, più lunga, aperta da cinque archi e da altrettante finestre sovrastanti, fu realizzata alla fine degli anni Settanta del Cinquecento. Spazi e valori della Villa vengono qui â come altrove â amplificati dai giardini, estremamente vari e curati. è da evidenziare come questi siano tra i rarissimi esempi di giardini disegnati da Andrea Palladio stesso, che li riporta nei suoi Quattro Libri assieme al disegno della villa.
Le sale della Villa sono riccamente decorate, creando un netto contrasto con l'austera architettura esterna, con affreschi realizzati da due scuole pittoriche che si distinguono per temi e uso dei colori, anche se furono impegnate quasi negli stessi anni.
Negli ambienti del salone centrale e dell'ala di sinistra â per chi guarda la facciata - hanno lavorato Battista del Moro (1514 - 1575) e Battista Zelotti (1526 - 1578), due pittori veronesi della scuola classica. Le sale dell'ala di destra, invece, furono affrescate dal paesaggista Gualtiero Padovano (1510 circa - 1552) della scuola mistica.
Le sale di Villa Godi Malinverni sono tra i più importanti esempi di affreschi rinascimentali in Veneto, dove è possibile ammirare contemporaneamente diversi stili e scuole pittoriche in un'esperienza unica nel suo genere.
Il percorso di visita si apre superando la loggia, affrescata da Gualtiero Padovano, per accedere al primo ambiente a sinistra. In questo lato della villa si incontrano le sale affrescate da Battista del Moro e Battista Zelotti. La sala delle Muse, la sala dell'Olimpo, la sala di Venere. I temi prediletti qui sono quelli mitologici e della letteratura classica, con la volontà di rappresentare le passioni dell'elite proprietaria come la musica, la lettura e l'amore. I colori qui impiegati sono di tonalità tenue, come il rosa antico, il giallo ocra e l'azzurro zaffiro. Dopo le prime sale, è possibile immergersi nel maestoso salone centrale, interamente affrescato dallo Zelotti, con scene provenienti dalle battaglie di Alessandro Magno e Dario di Persia, elementi encomiastici e mitologici come il ratto di Europa e di Ganimede.
Continuando il percorso con le altre sale, si possono ammirare gli affreschi della seconda scuola pittorica, quella âmisticaâ, rappresentata dalla mano di Gualtiero Padovano. Le sale del Putto, dei Trionfi, dei Cesari e dei sacrifici lasciano spazio a colori più acidi, decorazioni a grottesche, motivi encomiastici in riferimento alla storia e alle tradizioni romane e straordinarie pitture paesaggistiche, in comunicazione con gli esterni della villa che ci fanno riscoprire come il paesaggio di allora doveva sembrare.
Nelle sale inferiori, invece, è possibile viaggiare tra gli spazi dedicati alla servitù, in particolare nel bellissimo cucinone, uno degli esempi di cucina rinascimentale meglio conservati con il camino cinquecentesco e un girarrosto meccanico del Settecento. Sempre al piano inferiore, è possibile anche ammirare l'ultima sala affrescata, la sala âdelle stagioniâ, affrescata dallo Zelotti in possibile collaborazione con il Veronese, l'unica sala con il pavimento originario.