Villa Godi Malinverni e i suoi Giardini del Palladio sono stati parte delle scenografie di uno dei massimi capolavori del neorealismo italiano: il film "Senso" di Luchino Visconti.
Girato nel 1953 e uscito nelle sale nel 1954, il film è tra i cult della tradizione cinematografica italiana, diventato celebre per il suo uso del colore, la sua fotografia che riprende i capolavori pittorici dell'Ottocento italiano e la magistrale interpretazione di due star dell'epoca come Alida Valli e Farley Granger.
Il film, tratto da una novella di Arrigo Boito del 1883 "Dallo scartafascio segreto della contessa Livia", è ambientato durante la Terza Guerra d'Indipendenza italiana nel Veneto del 1866, anno di annessione della regione al Regno d'Italia. Racconta la tormentata storia della contessa Livia Serpieri che si innamora del tenete austriaco Franz Mahler. La contessa, sposata ad un nobile austriaco, contibuisce in un primo momento alla causa italiana aiutando il cugino, fervente nobile filoitaliano, nel finanziamento dei ribelli antiaustriache. La relazione extra coniugale con il tenente Mahler, però, la travolgerà in un turbine di passioni che finirà per sconvolgere la sua vita. Sullo sfondo della pellicola, la guerra del Veneto e le spinte patriotiche italiane che andranno a cambiare per sempre quel mondo.
Nel film, la Villa e i suoi giardini diventano "La villa di Aldeno" dove la Serpieri fugge col marito da Venezia una volta scoppiata la guerra e dove vengono girate le sequenze più romantiche e passionali tra lei e il tenente Mahler. Gli interni della villa hanno fatto da sfondo a numerose scene della parte centrale del film: la "Sala di Venere" e la "Sala dell'Olimpo" sono state trasformate rispettivamente nella camera da letto e nel boudoir di Livia; nella "Sala dei Cesari" e in quella "delle Muse" si è girata la scena in cui la contessa consegna i soldi al tenente Mahler, e il salone centrale è il soggiorno dei Serpieri.
Oggi il film rappresenta uno straordinario documento storico che permette di ricostruire i giardini prima dell'arrivo della famiglia Malinverni e il paesaggio circostante prima delle modifiche della seconda metà del secolo. Grazie poi alla sapiente scenografia di Ottavio Scotti, che ha portato in villa mobili e arredi originali dell'Ottocento, il film può raccontarci come potrebbe essere stata la vita in villa per la nobiltà del XIX secolo. Il ricordo delle riprese è ancora vivo tra gli anziani della popolazione locale che ricordano di aver contribuito sia all'allestimento del film sia come comparse.